La Filiera Frati
e il suo ecosistema di fiducia
Per fare il pane ci vuole la farina. Per fare la farina ci vuole il grano. Per fare il grano ci vogliono le mani di chi lo coltiva.
La filiera, per Frati, è un puzzle di relazioni, conoscenza e fiducia: una catena viva dove nessun passaggio è lasciato al caso. Parte dai campi del Parmense, attraversa le macine del Molino Grassi, fornitore fidato da generazioni, e arriva fino ai banchi Frati, dove ogni giorno si rinnova con gli stessi gesti: impastare, cuocere, condividere.
Dal seme
alla farina
«Il termine Filiera è un po’ abusato negli ultimi anni», racconta Federica Grassi, Responsabile Marketing e Comunicazione del Molino. «Ormai tutto è di filiera, ma la vera differenza sta nel controllo di ogni passaggio: sapere esattamente cosa hanno seminato e come. Solo così si può parlare di filiera autentica.»
Tanto per Molino Grassi quanto per Frati, la filiera è una promessa di trasparenza.
«Per alcuni prodotti partiamo addirittura dal seme,» continua Federica, «che forniamo direttamente alle aziende agricole, seguite passo passo dai nostri agronomi. È un modo per garantire tracciabilità reale, non solo dichiarata. C’è una grande programmazione dietro: se vuoi dei grani particolari, devi iniziare almeno un anno prima con la pianificazione delle semine.» Ecco dove nasce il valore di un prodotto: nel tempo che serve a crearlo.
Il valore
delle persone
Nel racconto di Andrea, direttore di stabilimento del Molino, emerge come la filiera vada oltre la struttura produttiva e si identifichi in un organismo umano.
«Per me il molino è famiglia,» dice. «Siamo sul territorio da sempre. Qui c’è rispetto del lavoro, delle persone, della continuità generazionale. Le persone giuste si trovano, ma bisogna creare un rapporto: credo che siano le persone a fare l’azienda.» Dietro ogni sacco di farina ci sono dinamiche e gesti che non si leggono in etichetta: «Spesso lo dico anche a chi viene a trovarci: dietro a un chilo di farina ci sono tante trasformazioni, controlli, mani diverse. È un impegno importante, ma necessario per dare significato a ciò che facciamo.»
Non è un caso che Frati abbia scelto Molino Grassi come partner principale: due realtà che condividono la stessa idea del mestiere e della cultura delle cose fatte bene, dove la produzione è solo una diretta conseguenza.
La terra
come principio e fine
«Il nostro lavoro comincia a settembre, con i contratti con le aziende agricole, e continua fino alla raccolta in estate,» spiega Manuel, agronomo del Molino Grassi. «Seguiamo ogni campo: dalle semine ai trattamenti, fino alla consegna del grano. È importante controllare che la qualità sia idonea ai nostri standard di macinazione.» La sua voce riporta il racconto alla terra che fa da maestra. «Noi impariamo molto dagli agricoltori, dalla loro esperienza, e loro si affidano a noi per la parte tecnica, per la scelta delle varietà o delle concimazioni. È uno scambio vero, dove tutti imparano.» È in questo dialogo continuo che la materia si plasma: il grano cresce, si trasforma, diventa farina, poi pane e altri prodotti, infine memoria quotidiana.
Un equilibrio
che non si improvvisa
«Tornare alle origini non è un passo indietro,» dice ancora Andrea, «ma il modo più solido per andare avanti: è lì che trovi le motivazioni per fare bene ogni giorno.» Ed è proprio così che lavora Frati: tornando sempre al principio, ma con lo sguardo rivolto al dopo. Ogni impasto, ogni controllo, ogni consegna porta con sé il peso e la leggerezza di questa consapevolezza. Perché la filiera è un gesto collettivo che unisce agricoltori, molini e fornai. È la somma delle loro intenzioni e dei loro saperi che li tiene insieme. E se il pane e gli altri prodotti da forno di Frati hanno un profumo unico, è anche grazie a questo intreccio di persone e di scelte: un equilibrio che si rinnova ogni giorno, invisibile agli occhi ma presente al morso.
